Nella scelta di un giocattolo ci si può lasciar guidare dal bambino, anche quando è molto piccolo: basterà darsi il tempo di osservarlo per capire quali sono i suoi interessi e le sue preferenze in un dato momento dello sviluppo

Se chiedessimo al commesso di un negozio di giocattoli di raccontare come i clienti scelgono cosa comprare, probabilmente ascolteremmo tante storie diverse: alcuni genitori avranno le idee chiare fin dall’inizio e opteranno con consapevolezza per un certo oggetto, altri si affideranno alle indicazioni relative all’età o al sesso riportate sulla confezione, altri ancora seguiranno alla lettera le indicazioni del proprio bambino. Ci sarà anche chi si adeguerà alle “mode” del momento e chi invece farà acquisti controcorrente. Per provare a capirne di più, facciamo un passo indietro.

 

L’importanza dell’osservazione

Quando il bambino è molto piccolo, è naturale che siano i genitori a scegliere quali giocattoli proporgli: che si tratti di oggetti acquistati, regalati, autoprodotti o già presenti in casa (spesso gli oggetti di uso quotidiano sono i “giocattoli” più apprezzati dai bambini!), saranno sempre gli adulti a selezionare ciò che ritengono più “adatto” ai propri figli. Uno dei criteri più importanti da considerare è certamente la sicurezza dell’oggetto: il bambino deve poterlo “esplorare” liberamente e farne esperienza attraverso tutti i sensi, senza incorrere in alcun rischio. Fin da subito, tuttavia, ci si accorgerà che il piccolo preferisce alcuni giocattoli ad altri; si interessa particolarmente a certi oggetti, mentre certi altri non li guarda neppure o li abbandona rapidamente. Questo comportamento permette ai genitori di sviluppare una serie di riflessioni che potranno guidarli, anche negli anni futuri, nella scelta dei giochi da proporre al proprio bambino.

La prima parola chiave, allora, è “osservazione”: per capire cosa può piacere a un bambino piccolo bisogna innanzitutto prendersi il tempo necessario per osservarlo, conoscerlo, scoprire le sue reazioni, i suoi comportamenti e i suoi interessi, che evolvono con la crescita. La scelta di un gioco, quindi, è nelle mani dei genitori, ma in molti casi può essere facilitata e guidata dal bambino stesso, che invia dei “segnali” circa le attività e le esperienze che, in un certo momento dello sviluppo, sono per lui più attraenti e stimolanti, e riescono a soddisfare meglio il suo desiderio di conoscenza del mondo e la sua curiosità.

 

Desideri che cambiano

Altre strategie utili per orientarsi tra i giochi sono sicuramente leggere, informarsi e confrontarsi con altri genitori sugli aspetti fondamentali dello sviluppo del piccolo, soprattutto quando si deve scegliere o regalare un giocattolo che non verrà utilizzato subito ma che, ad esempio, servirà per «per quando il bambino sarà più grande». È importante però non dimenticare che il percorso di ogni bambino, sebbene possa condividere alcune somiglianze con quello dei coetanei, è sempre unico e originale. Non è raro, infatti, sentire osservazioni come: «Abbiamo tenuto da parte la bicicletta senza pedali che aveva tanto entusiasmato Giacomo, ma quando è arrivato il momento il fratellino non l’ha neanche voluta provare!».

Più passa il tempo più il bambino sarà in grado di manifestare in maniera chiara i propri interessi e i propri desideri: la sua identità in crescita modificherà più e più volte gli equilibri della relazione con i genitori, che crescono insieme a lui. Il piccolo impara a dire «sì»,«no», «voglio», «non voglio», e adotta comportamenti coerenti con quanto ha in mente di fare, realizzare e costruire. Per i genitori, allora, la sfida è imparare ad accogliere il desiderio di autorealizzazione del bambino, a concedergli spazi e opportunità affinché possa esercitare la propria volontà, senza però perdere di vista il proprio ruolo di guida.

Una molteplicità di fattori

Torniamo ai giocattoli, facendo qualche esempio. Un bimbo di 1 anno passeggia con la mamma e, nella vetrina di un negozio, vede una bella girandola colorata. Tende le braccia, la indica, esclama «Quella, quella!», ma sarà la madre a decidere se è opportuno che il piccolo la riceva in regalo. Per farlo, valuterà non solo le caratteristiche del giocattolo e il momento di sviluppo del piccolo, ma anche una serie di altri parametri, legati alla scelta stessa e al suo valore educativo: la quantità di giocattoli che il bambino possiede, il costo della girandola, l’eventualità di aver già fatto qualche acquisto per il piccolo durante la passeggiata...

Una bambina di 2 anni negli ultimi tempi si è appassionata ai giochi di costruzione e ne possiede già diverse tipologie. Se però viene portata in un negozio di giocattoli, molto probabilmente chiederà di comprarne ancora e di fronte al «no» di mamma e papà potrebbe reagire con rabbia. È già in grado di capire le ragioni di quel “no”? Negare il regalo è una piccola frustrazione accettabile o è meglio assecondare la richiesta? Dovremmo aspettarci una reazione diversa, più “matura”? E come cambierebbero le cose se la bambina non avesse 2 anni, ma 4, 6 o 8? Un bambino piccolo avrà certamente meno spazio di azione e di scelta rispetto a un bambino più grande, perché meno competente. La maturità del bambino nel poter fare delle scelte cresce durante l’infanzia: sono necessari tempo, “allenamento”, e gli insegnamenti che derivano dall’esperienza.

 

Educare alla scelta, con l’esercizio

Come bisogna comportarsi, allora? I genitori dovranno accogliere il bisogno del bambino di esprimere i propri desideri e la propria volontà, ma senza pretendere una maturità di scelta che ancora non può avere: ciò significa che saranno loro a dettare le “linee guida”, proponendo al bambino, nel corso del tempo, una graduale partecipazione al processo decisionale. Ci saranno quindi momenti in cui si acconsentirà a un desiderio particolare, e altri in cui saranno mamma e papà a decidere il giocattolo più adatto al piccolo; e ci saranno anche occasioni di “allenamento” alla scelta, diverse a seconda dell’età. Potremo così offrire a un bambino di 4, 5 o 6 anni la possibilità di decidere con maggiore autonomia quale regalo ricevere per il compleanno, scegliendo tra alternative selezionate dai genitori, e magari il piccolo potrà imparare a utilizzare i soldi messi da parte nel salvadanaio per soddisfare i propri desideri.