
Accompagnare i bambini a un uso consapevole e critico degli strumenti digitali è oggi una sfida educativa importante, da accogliere senza demonizzazioni e divieti, ma conoscendo i rischi e i benefici delle nuove tecnologie
Le tecnologie digitali (smartphone, tablet, computer, televisione, videogiochi e altri giocattoli tecnologici) sono ormai parte integrante del nostro ambiente sociale e familiare. I bambini ne fanno esperienza, diretta o indiretta, fin da piccolissimi e ciò è costante fonte di osservazioni, dubbi, riflessioni che riguardano la “bontà” o meno del loro utilizzo in educazione. La rapidità e la portata della trasformazione tecnologica che ha interessato e interessa la società contemporanea ci deve innanzitutto suggerire che è importante, in primo luogo per gli adulti, fermarsi a riflettere sul nostro rapporto con gli strumenti digitali, in modo da poter poi comprendere quali siano le strade per educare i bambini a un loro “sano” utilizzo.
Sicuramente non ha senso “demonizzare” le tecnologie, vecchie e nuove, che sono parte costitutiva della nostra realtà, ma è necessario conoscerne sia le potenzialità sia i rischi, per favorire un primo approccio corretto da parte dei bambini, tenendo presente nei singoli casi le caratteristiche dello sviluppo, le diverse possibilità offerte e i bisogni che contraddistinguono ogni età.
Quali benefici?
I possibili benefici derivanti dall’utilizzo delle tecnologie digitali dipendono principalmente da alcuni fattori: l’età in cui i bambini iniziano a usarle, il modo in cui vengono utilizzate, il tempo a esse dedicato e la qualità della proposta (che siano applicazioni, giochi e videogiochi, programmi televisivi...). Un uso appropriato e condiviso con i genitori (come vedremo più avanti) può essere, oltre che occasione di divertimento, anche un’opportunità di sviluppo e affinamento di alcune competenze, ad esempio nell’ambito della coordinazione visuo-motoria, della creatività e del problem solving.
Questo genere di benefici però è molto limitato nella prima infanzia: il bambino ha bisogno di interagire direttamente e concretamente con la realtà che lo circonda, di scoprire il mondo attraverso il proprio corpo, i sensi, il movimento, l’esplorazione. Ha bisogno di toccare, annusare, manipolare, guardare. Ha necessità di interagire con gli adulti e con gli altri bambini, ha bisogno dello sguardo dei genitori, di sentire la loro voce mentre gli raccontano una storia, gli leggono un libro o gli cantano una canzoncina.
Rischi da non sottovalutare
Un uso precoce ed eccessivo delle tecnologie digitali durante l’infanzia, dunque, presenta una serie di rischi per la salute psicofisica: aumento dei casi di obesità, comparsa di disturbi del sonno e della vista, comportamenti aggressivi, ansia e irritabilità, ridotte flessibilità mentale ed empatia, problemi nell’apprendimento, difficoltà di attenzione, concentrazione, comprensione…
Dobbiamo constatare che l’esposizione alle tecnologie digitali e il loro impiego diretto avviene sempre prima: la visione di uno schermo (con cartoni o canzoncine animate) è proposta a bambini piccolissimi, anche di pochi mesi, spesso per “calmarli” quando piangono, farli addormentare o “impegnarli” quando i genitori hanno necessità di dedicarsi ad altro. Bambini di 1, 2, 3 anni maneggiano giocattoli e dispositivi tecnologici, inizialmente imitando i genitori e poi imparando ad attivare da soli le varie funzioni.
Le evidenze scientifiche in merito ci dicono quanto sia un fenomeno preoccupante, cui prestare particolare attenzione: sappiamo, infatti, che i primi anni di vita sono un periodo straordinariamente importante per lo sviluppo del cervello del bambino, che si modifica ed evolve più che in qualsiasi altro momento, influenzato dagli stimoli che provengono dall’ambiente esterno. Rischi e benefici derivanti da qualsiasi esposizione ambientale sono massimizzati: la qualità dello sviluppo infantile nei primi anni di vita influenza in modo permanente la qualità della stessa vita da adulto.
Mai prima dei 3 anni!
Per questo motivo, le maggiori società scientifiche pediatriche e i professionisti del mondo pedagogico insistono ormai da tempo sulla necessità di porre dei limiti all’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei bambini. In linea generale, prima dei 3 anni di età le tecnologie audiovisive dovrebbero essere evitate il più possibile: non solo non andrebbero proposte sotto nessuna forma, ma è anche necessario fare attenzione a non esporvi i bambini durante l’utilizzo che ne fanno gli adulti. In presenza di un bimbo piccolo, allora, la TV andrà spenta, e computer, cellulari, tablet andranno adoperati solo se strettamente necessario. Dopo il terzo anno di età sarà possibile avvicinare i bambini agli strumenti digitali, mostrandone le potenzialità e stabilendo limiti e regole per il loro utilizzo (ad esempio, sotto i 5 anni non andranno impiegati per più di un’ora al giorno). Sono proprio i genitori a dover assolvere al compito fondamentale di accompagnare il bambino a conoscere e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle tecnologie, affiancandolo e guidandolo fino a quando non sarà in grado di autoregolarsi.

Cosa fare?
Cosa possono fare, concretamente, i genitori per aiutare i bambini a sviluppare un rapporto “sano” con gli strumenti digitali? Vediamo le indicazioni fondamentali:
- Individuare i limiti. Come abbiamo detto, è necessario, soprattutto nella prima infanzia ma non solo, che il genitore dia delle regole precise relative ai tempi e ai contesti di utilizzo di questi strumenti: ad esempio, si possono usare in casa ma non all’aperto, solo rispettando un certo orario, mai prima di dormire… Man mano che il bambino cresce si cercherà di stimolare le sue capacità di autoregolazione, ma durante tutto il processo la guida ferma dell’adulto è fondamentale.
- Favorire l’alternanza di diverse attività. Invece di demonizzare o vietare, instaurando un clima fatto di proibizioni e continui controlli, è molto più utile proporre al bambino esperienze diverse, favorendo in particolare tutte quelle attività che mettono in gioco i sensi, il movimento, la relazione. Così il gioco tecnologico sarà uno degli interessi, ma non l’unico, del bambino. È una strategia che funzionerà meglio se fin dalla nascita si sarà trasmesso e condiviso con il bambino il piacere di altre attività, come la lettura, il gioco libero, l’esperienza musicale.
- Accompagnare. Il bambino non deve essere lasciato solo davanti agli schermi e il genitore dovrebbe incoraggiarlo ad assumere un ruolo attivo, ad esempio stimolando la verbalizzazione dopo la visione di un cartone animato e cercando di ricollegarlo alle esperienze concrete vissute dal piccolo.
- Dare l’esempio. Ogni tanto è utile fermarsi a riflettere e, se è il caso, “aggiustare” l’utilizzo che noi stessi facciamo della tecnologia, ricordando che il nostro esempio influenza fortemente il comportamento dei bambini che ci osservano.
Proporre esperienze di qualità
Un’altra domanda che i genitori spesso si pongono è come fare per trovare un “gioco” tecnologico (un giocattolo, un videogioco, un cartone animato…) che sia di “qualità”. Se è vero che orientarsi non è sempre semplice, si possono tuttavia adottare dei criteri guida nella scelta, cominciando col fare riferimento all’età del bambino e al suo sviluppo: chiediamoci non solo se il piccolo sarà in grado di giocare con un certo gioco e di comprenderne il funzionamento (“come si fa”), ma anche se l’esperienza offerta è adeguata ai suoi bisogni di crescita.
Un esempio? Nel mercato della prima infanzia sono numerosi i prodotti che vengono pubblicizzati come “intelligenti”, “stimolanti”, “educativi”. Osserviamoli bene: a un bambino piccolo serve davvero uno strumento che emette tanti suoni e luci, o non ha piuttosto bisogno di fare esperienza diretta della luce del sole, dei colori e dei suoni della natura? È necessario che il suo bambolotto parli? Il linguaggio, in realtà, viene stimolato in misura molto maggiore dalla relazione con gli adulti e dal gioco libero con altri bambini. Una app sul tablet gli insegnerà le lettere e i numeri? Forse sì, potrà memorizzarli… ma nel frattempo quanti stimoli non adeguati al suo sviluppo cerebrale avrà ricevuto?
Crescendo, il bambino si porrà sempre più domande sul mondo che vede e scopre intorno a sé, ecco quindi che il gioco tecnologico può divenire interessante e utile se, ad esempio, riproduce fenomeni naturali in maniera accurata e scientifica, permettendo al piccolo di fare, capire, sperimentare. Per quanto riguarda app e videogiochi, il consiglio è sempre quello di visionarli in anticipo, magari attraverso i tanti tutorial online, sia per accertarsi di non incorrere in contenuti inappropriati e rischiosi (come videogiochi violenti), sia per capire se la fruizione davanti allo schermo è passiva o può suscitare invece l’interesse cognitivo e le domande del bambino. Anche giocare insieme a lui è un buon modo per capirne di più, oltre che per condividere piacevolmente i suoi interessi.