
Oltre all’ambiente in cui si cresce, che dovrebbe essere curato e stimolante, diversi giochi possono favorire lo sviluppo del linguaggio, fondamentale strumento di comunicazione e conoscenza del mondo. Eccone alcuni
La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento raffinato ed essenziale che permette al bambino di comunicare, conoscere, imparare a formulare e ad “agire” i propri pensieri, anche grazie al confronto con gli altri e tramite l’esperienza concreta e l’osservazione. Le parole della lingua materna, ad esempio, fanno parte dell’identità di ogni bambino, racchiudono significati personali, familiari e culturali che raccontano emozioni. Le parole di altre lingue, se ascoltate e apprese, aprono a scoperte nuove, a incontri con nuove culture e rappresentazioni. “Giocare con le parole” è ciò che i bambini spesso fanno in modo del tutto spontaneo, sia nel momento in cui imparano a parlare sia quando acquisiscono maggiore padronanza con le varie forme del linguaggio. Ma come per ogni aspetto dello sviluppo, è l’ambiente in cui i piccoli vivono a “fare la differenza” nel sostenere o meno lo sviluppo di capacità e competenze. Come fare allora a proporre ai bambini un ambiente linguistico curato e stimolante? Quali giochi possono rappresentare un’opportunità in questo senso?
Le prime parole
Lo sviluppo del linguaggio dipende in primo luogo dalla dotazione innata che tutti i bambini possiedono alla nascita e dall’ambiente che li accoglie ancor prima che vengano alla luce. Già dentro l’utero materno, infatti, il piccolo sviluppa delle abilità fondamentali per le future competenze comunicative e linguistiche. Sin dall’ultimo trimestre di gravidanza il bambino può “ascoltare” la lingua materna, imparando a riconoscerne i suoni e la ritmicità. Successivamente, dalla nascita e soprattutto nei primi 2 anni di vita, il principale sostegno allo sviluppo del linguaggio sono gli adulti che si occupano del piccolo: guardarlo negli occhi, parlargli, fare le smorfie, cantare, dedicargli attenzione e interesse sono le attività più importanti in tal senso. Comunicare con il bambino significa anche ascoltarlo e provare a “sintonizzarsi” sul suo linguaggio attraverso i vocalizzi, le lallazioni, le prime parole, i gesti, le smorfie del viso, gli sguardi e i movimenti del corpo. I giochi con le parole, in questa fascia d’età, possono entrare a far parte delle azioni quotidiane e diventare delle “buone abitudini” per tutta la famiglia: cantare e ascoltare musica, leggere e raccontare storie, riprodurre i versi degli animali o altri suoni del mondo che ci circonda e così via. Nel corso dell’infanzia possiamo proporre al bambino tante tipologie di giochi che lo stimolino a utilizzare il linguaggio nelle sue diverse funzioni. Ve ne elenchiamo di seguito alcuni.
Giochi per raccontare e raccontarsi, inventare, immaginare
Giocare con le storie permette di esplorare tante possibilità divertenti e interessanti. Per farlo possiamo leggere libri insieme ai bambini fin da quando sono piccolissimi, facendoci guidare dal loro interesse, alternando proposte diverse come albi illustrati, racconti senza illustrazioni, silent book, libri-gioco eccetera. Possiamo anche utilizzare solamente la nostra voce e raccontare storie di cui abbiamo memoria, oppure inventate – del tutto o in parte – magari proprio insieme ai bambini, che potranno decidere di aggiungere a loro piacimento elementi fantastici. Dadi, carte, immagini e altri strumenti simili possono essere utili per giocare a inventare e a comporre e scomporre le storie in forma orale o scritta. Come ci insegna il maestro Gianni Rodari nella sua Grammatica della Fantasia, ci sono diverse attività e spunti che possiamo proporre per sostenere l’azione creatrice del bambino. Può sembrare, a volte, più difficile, dare vita a giochi e situazioni in cui il piccolo abbia la possibilità di utilizzare le parole per raccontare di sé. Il problema è che spesso gli adulti, per far sì che il bambino parli di sé, lo “interrogano”, ostacolandone di fatto la libera espressione. Affinché un bambino racconti cose che lo riguardano, dobbiamo regalargli parole nuove da sperimentare e un buon esempio. Parliamogli di noi, delle nostre giornate, dei nostri pensieri: sarà stimolato a fare altrettanto. Anche utilizzare oggetti evocativi può essere un punto di partenza interessante per giochi singoli o di gruppo in cui si utilizzano le parole per raccontare qualcosa di sé stessi o delle proprie emozioni. Non bisogna dimenticare che raccontarsi è una dimensione intima, per cui il gioco deve avvenire in un contesto adatto, raccolto, in un clima di ascolto e senza fretta.

Giochi con le parole per spiegare, descrivere, comprendere la realtà
Quando sono impegnati in giochi “scientifici”, laboratori, esperimenti, in cui hanno la possibilità di sperimentare concretamente e direttamente la realtà che li circonda, i bambini vengono spesso a contatto con parole nuove – a volte “difficili” – e con un tipo di pensiero logico-razionale che si esprime attraverso un particolare linguaggio. Tutti i bambini si chiedono il perché delle cose e desiderano indagare e trovare risposte. Il processo di apprendimento è quindi sostenuto da una forte motivazione intrinseca: se viene mantenuta la dimensione di gioco e stimolata la curiosità, anche lo “sforzo” linguistico di ascoltare e comprendere termini nuovi, utilizzare un linguaggio scientifico, fare ipotesi, riuscire a spiegare agli altri i propri ragionamenti, può essere affrontato con impegno e divertimento. Non tutte le realtà della vita che destano l’interesse e i perché dei bambini sono però affrontabili con un approccio unicamente logico-razionale; sono molti i “grandi temi” su cui le domande, i pensieri e le riflessioni dei piccoli si soffermano (soprattutto quando hanno modo di farne esperienza diretta) e che hanno bisogno anche di un linguaggio diverso. Qualche esempio? La nascita, la morte, il potere, le regole, il mondo delle emozioni: se ci pensiamo, i piccoli possono farne esperienza non solo attraverso i vissuti familiari ma anche semplicemente nei propri giochi, come quando al parco trovano un animale morto o quando discutono con gli altri bambini le regole di un gioco di gruppo. Prima, durante o dopo il gioco può capitare che i piccoli parlino di questi aspetti, magari dialogando tra loro. In questi casi, gli adulti possono dare spazio a queste riflessioni e parole, avendo cura di privilegiare il dialogo, il dibattito, favorendo lo scambio di punti di vista, senza forzare o imporre una propria visione del mondo.
Giochi per apprendere significati ed esercitare la lingua, la pronuncia, la memoria
Giochi di parole molto divertenti per i piccoli sono gli scioglilingua. I bambini si concentrano nel provare a pronunciarli, ridono degli errori propri o altrui e provano molta soddisfazione quando finalmente riescono nel loro intento. Anche gli indovinelli sono un classico gioco sempre molto apprezzato. Possono essere proposti al bambino in forma orale o scritta, e la loro difficoltà si può calibrare in base all’età del piccolo. Esistono poi tutta una serie di giochi linguistici, ad esempio gli anagrammi o i cambi di vocali (ottimi da proporre durante un viaggio o una lunga attesa), con cui possiamo formare parole diverse cambiando o aggiungendo una lettera e che permettono di conoscere parole nuove e creare composizioni divertenti. Da ultimo, un’altra buona opportunità per facilitare il dialogo fra bambini, lo sviluppo delle parole e dei discorsi sono i giochi da tavolo