
Il gioco è la principale attività del bambino nella prima infanzia ed è funzionale allo sviluppo psicomotorio. Tempo e spazio sono tutto ciò di cui avrà bisogno. Se lasciato libero di seguire il proprio istinto di movimento sotto la supervisione dell’adulto, infatti, il piccolo diventerà padrone del proprio corpo
La conquista della deambulazione
Il bambino compie i primi movimenti già a partire dalla vita intrauterina, quando assume posizioni differenti e funzionali alla crescita, allo sviluppo e alla nascita. Successivamente, durante il primo anno di vita, avvia in totale autonomia un lavoro di coordinamento motorio utile ad acquisire la competenza della deambulazione. Emmi Pikler, pediatra ungherese, ha raccontato nei suoi testi, basati su un attento e prezioso lavoro di osservazione di centinaia di bambini, il percorso di conquista del coordinamento motorio dalla nascita sino alla deambulazione, individuando i passaggi e le conquiste intermedie fondamentali per imparare a camminare. Dalla posizione supina il bambino imparerà a capovolgersi sulla pancia. Rannicchiando le gambe sarà poi in grado di procedere a gattoni e, in seguito, di mettersi seduto. Rafforzerà i muscoli alzandosi in piedi e aiutandosi con dei sostegni (sedie, sbarre, tavolini); imparerà così a mantenere la posizione eretta e a effettuare prima la camminata laterale, sostenendosi con entrambe le mani, poi quella frontale, sorreggendosi con una mano e poi senza sostegni. Questo prezioso, faticoso e importante lavoro di coordinamento muscolare viene svolto naturalmente dal bambino senza necessità di ricevere istruzioni esterne da parte dell’adulto, che potrà limitarsi a predisporre l’ambiente in modo da consentire e favorire l’esercizio.
L’ambiente e l’adulto
Cosa occorre a un bambino per imparare a camminare e coordinarsi? Tempo e spazio, nient’altro. Se lasciato libero di seguire il proprio istinto di movimento, a qualsiasi età e livello di competenza, il piccolo diventerà padrone del proprio corpo.
All’inizio sarà sufficiente allestire a terra uno spazio di movimento, un materassino quadrato non troppo morbido – possibilmente di gommapiuma, rivestito con una fodera in cotone – su cui adagiare il piccolo. In questa posizione, il bambino svolgerà naturalmente l’esercizio motorio necessario per procedere verso la conquista della deambulazione, seguendo i propri tempi ed esplorando gli oggetti alla sua portata (meglio scegliere materiali naturali come il legno, che offrono esperienze sensoriali più stimolanti).
Una volta che avrà imparato a camminare, svilupperà il desiderio di esercitarsi il più a lungo possibile. In questa fase l’adulto dovrà predisporre l’ambiente in modo che sia accogliente, ovvero privo di ostacoli e adatto a “ospitare” il bambino rispetto alle competenze acquisite. Ad esempio, nel periodo in cui il piccolo si “aggrappa” ai sostegni per alzarsi in piedi, sarà importante evitare che incontri sul suo percorso mobiletti troppo leggeri che potrebbero rovesciarsi, e in generale oggetti instabili e fragili. L’adulto dovrà dunque farsi attento osservatore e porsi a debita distanza, per aiutare eventualmente il bambino in caso di necessità e organizzare, allo stesso tempo, lo spazio necessario per il libero esercizio: tutto diventerà occasione di gioco e apprendimento!
Strumenti di contenimento
La quantità e la qualità di esercizio motorio saranno fondamentali per una crescita armonica e funzionale. A questo proposito è consigliabile evitare di far sostare il bambino troppo a lungo in supporti di contenzione (sdraietta, seggiolone, passeggino, carrozzina...). Grazie al movimento, il bambino scopre non solo il mondo circostante ma anche sé stesso. Attraverso la relazione con l’ambiente, infatti, conosce gli oggetti, le superfici e sviluppa la propria volontà, oltre alle competenze intellettive necessarie per crescere. Il movimento e il gioco libero diventano così fonte di gioia e soddisfazione, e garantiscono il benessere psicofisico.
Come già detto, intorno all’anno di età, ovvero quando imparerà a muovere i primi passi, il bambino vorrà camminare tanto e in qualunque occasione. L’adulto dovrà accogliere e favorire questa richiesta, adottando qualche accortezza: le passeggiate saranno brevi e su terreni pianeggianti per consentire al piccolo di compierle in autonomia; l’ambiente di casa sarà a sua misura; i tempi e gli impegni della famiglia terranno conto (quando possibile) del suo desiderio di movimento, riducendo al massimo le fasi di immobilità e contenzione.
Il coordinamento, la prudenza
Il bambino che ha avuto modo di esercitarsi giocando ed esplorando l’ambiente in libertà sarà un bambino consapevole delle proprie capacità, dei propri limiti, saprà gestire il proprio corpo nelle varie situazioni ambientali “controllando” discretamente bene il pericolo. La consapevolezza, infatti, va a braccetto con la prudenza: un bimbo consapevole si porrà in situazioni pericolose e inadeguate molto di rado, perché in grado di valutare le proprie capacità e i rischi di una situazione. Ad esempio, è molto probabile che un bambino di 10-11 mesi che ha avuto la possibilità di esercitarsi a lungo e liberamente nel movimento si fermi di fronte allo scalino in cima alle scale per valutare come sia meglio procedere per scendere. Potremmo vederlo avanzare con le mani per poi arrestarsi, voltarsi e mettere giù un piede per scendere all’indietro anziché frontalmente. Si tratta di meccanismi di valutazione, osservazione, giudizio, prudenza che dimostrano consapevolezza del proprio corpo, dei suoi limiti e delle sue possibilità. L'adulto dovrà occuparsi degli ostacoli o dei pericoli non prevedibili dal bambino, da gestire senza interferire col suo esercizio.

Nuove avventure
Dopo il primo anno di età le occasioni di esercizio e affinamento delle competenze motorie non avranno limiti. Il bambino, infatti, conquistata la deambulazione, inizierà a lavorare per divenire sempre più abile e preciso, ponendosi continuamente in situazioni nuove e stimolanti: camminare all’indietro, scalare, fare le capriole, scivolare, appendersi, saltellare eccetera.
Nell’ambiente naturale o in quello artificiale, il piccolo, lasciato libero di esprimersi fisicamente, costruirà occasioni di esercizio e gioco sempre più complesse in base al proprio interesse e desiderio di scoperta. In natura questo setting è già predisposto: terreni sconnessi, salite e discese, radici che fuoriescono dal terreno, muretti, tronchi di alberi caduti, ghiaia, sabbia, fango offrono un panorama di opportunità vario e di qualità, senza necessità di interventi da parte dell’adulto. Tali esperienze di scoperta possono essere anticipate in un contesto artificiale in formato “ridotto”, ad esempio utilizzando il triangolo di Pikler, una struttura in legno che consente al bambino, ancor prima di imparare a deambulare, le prime esplorazioni di movimento creativo per prendere confidenza con il proprio corpo in relazione alla forza di gravità. Un cavalcabile con le ruote e la balance bike sono tra i primi attrezzi che possono essere proposti per l’affinamento dell’equilibrio e dello spostamento con un mezzo di trasporto. Dai 4 anni, pattini, corde per saltare, cerchi, piccoli trampoli possono arricchire il coordinamento motorio, la prudenza, l’equilibrio e, naturalmente, la fantasia!
Giochi in movimento
I bambini non necessitano di ambienti e attività strutturati per sviluppare e affinare il coordinamento motorio: in libertà sapranno trovare soluzioni per l’esercizio e la scoperta. Se si desidera proporre loro qualche gioco da fare insieme ecco qualche idea:
- lo storico gioco delle scatoline chiuse – in cui bambini e adulti accucciati a terra si risvegliano trasformati in qualche simpatico animale da imitare nelle movenze e nelle posture – ingaggia le competenze linguistiche e culturali oltre a quelle, ovviamente, motorie;
- il gioco del filo consiste nel disegnare a terra con del nastro di carta un rettangolo sul quale far camminare i bambini a ritmo di musica (prodotta anche semplicemente con le mani, con un tamburo o tamburello): si possono sperimentare diverse velocità, stop, cambi di marcia, passeggiate all’indietro e anche a occhi chiusi!
- per i bambini più grandicelli non può mancare il famoso gioco del sacco pieno e del sacco vuoto, in cui l’adulto dà dei comandi verbali chiedendo al bambino di assumere la posizione del sacco vuoto (accucciato a terra), del sacco pieno (ritto in piedi) o del “sacco mezzo” (busto eretto e gambe flesse);
- infine, il classico gioco della campana, in cui si disegnano a terra tanti quadrati quanti sono i giorni della settimana (le varianti sono numerose), usando due colonne confinanti. Il bambino lancia un sasso o un gessetto in una casella per volta, seguendo l’ordine dei giorni, raccogliendo il sasso al passaggio e saltellando su una sola gamba.