I “family games” sono un’opportunità divertente e educativa per trascorrere il tempo libero in famiglia, e possono offrire vantaggi in termini didattici, educativi e relazionali

Giocare in famiglia a un gioco di società (giochi da tavolo o family games) è un’opportunità interessante da molti punti vista, sia per quanto riguarda gli aspetti relazionali e di condivisione, sia per quanto concerne l’apprendimento e lo sviluppo di varie abilità: le numerose tipologie di giochi oggi disponibili sul mercato permettono di stimolare l’intelligenza dei bambini in tanti modi diversi. Secondo il parere dello psicologo Howard Gardner, infatti, non si può parlare al singolare di intelligenza, ma è più appropriato declinare tale competenza al plurale. Esiste cioè una pluralità di intelligenze; proviamo a elencarle:

l’intelligenza linguistica è la capacità di espressione scritta e orale;

l’intelligenza musicale riguarda l’abilità di riconoscere, riprodurre e comporre ritmi e melodie;

l’intelligenza logico-matematica permette di schematizzare e consente il ragionamento logico-deduttivo;

l’intelligenza corporeo-cinestetica racchiude la competenza di espressione di sé attraverso il linguaggio del corpo;

l’intelligenza spaziale riguarda la capacità di orientamento, di composizione e ricostruzione di immagini e la capacità di lavorare sulle tre dimensioni in modo armonico;

l’intelligenza naturalistica è legata al rapporto con il mondo naturale e al saper prendersi cura di piante e animali rispettando i ritmi della natura;

l’intelligenza interpersonale è connessa con l’empatia e la capacità di relazionarsi efficacemente con gli altri;

l’intelligenza intrapersonale permette di avere un buon rapporto di conoscenza e convivenza con sé stessi;

l’intelligenza esistenziale è legata alla riflessione sui grandi temi che riguardano l’esistenza umana, i valori, il senso della vita e della morte.

Ciascuno di noi possiede il seme di ogni tipo di intelligenza, che può germogliare e crescere rigoglioso oppure no, a seconda delle esperienze vissute: i family games sono occasioni per cimentarsi insieme agli altri e sviluppare una serie di abilità, divertendosi allo stesso tempo.

 

Cosa succede nel gioco?

Durante il gioco i bambini, come i grandi, mettono in campo le proprie competenze ed entrano in contatto con le proprie “debolezze”. Per giocare, che si tratti di family games o giochi all’aperto, occorrono capacità strategiche e sociali; il gioco è divertimento, sfida, e spesso dà l’opportunità di sperimentare una vasta gamma di emozioni quali la lealtà (o la slealtà), la tolleranza, la competizione, la rabbia, l’orgoglio e la vergogna.

I family games sono un valido terreno per mettersi alla prova in una situazione protetta, “di finzione”, in cui esercitare e perfezionare le abilità legate alle intelligenze che abbiamo elencato: logica, analisi, calcolo matematico, lettura e comprensione delle istruzioni o di eventuali comandi, complicità, empatia… Ogni bambino, nel corso del gioco, manifesterà maggiore confidenza e affinità con un tipo di intelligenza piuttosto che un altro, e imparerà a sfruttare le proprie competenze migliori per sopperire alle eventuali carenze. Più sono i partecipanti, poi, e maggiore sarà l’investimento relazionale.

 

Imparare giocando

La centralità della relazione è forse l’elemento che più di tutti rende i giochi da tavolo particolarmente interessanti in ottica educativa: rafforzano i legami familiari e danno modo di conoscere più da vicino il carattere e le abitudini dei diversi membri della famiglia (una cosa che diverte moltissimo i bambini!). Allo stesso tempo i genitori, durante la “sfida”, possono osservare competenze o immaturità dei propri figli, magari fino ad allora non del tutto conosciute. Come reagiscono a una sconfitta? E a una vittoria? Quali sentimenti provano per aver battuto un fratello o il papà? Sono leali, tolleranti, pazienti? Sanno contare con dimestichezza? Capiscono un messaggio scritto su una carta da gioco?

Ogni gioco consente in genere un allenamento più specifico in uno degli ambiti individuati da Gardner: alcuni richiederanno una maggiore implicazione dell’intelligenza cinestetica – si pensi ai tanti giochi che necessitano di movimenti precisi e attenti –, oppure di quella linguistico-narrativa (se ai fini del gioco è necessario inventare e raccontare delle storie); i giochi a squadre con esercizi mimici o canori stimoleranno le capacità espressive di ciascuno.

Ognuna di queste competenze, inoltre, verrà esercitata senza quasi rendersene conto: un aspetto importante, ad esempio, per quei bambini che a scuola, quando è il loro turno di leggere, si imbarazzano, o si annoiano, e spesso si bloccano. Nella situazione protetta del gioco in famiglia tali sentimenti potrebbero non emergere, perché il bambino sarà impegnato a capire il funzionamento dell’attività e sarà desideroso di iniziare: quando si è mossi da interesse autentico (in questo caso giocare e divertirsi), la concentrazione, ovvero la capacità di “immergersi” ed essere assorbiti totalmente da quello che si sta facendo, si genera spontaneamente, ed è in questa condizione che l’apprendimento avviene in maniera naturale, senza sforzi e senza che debba essere richiesto o preteso. È attraverso l’esercizio e la pratica che si impara, che si cresce intellettualmente e si sviluppa l’intelligenza.

Per favorire l’innescarsi di tale catena virtuosa è necessario destare e proteggere l’interesse spontaneo dei bambini. Questa modalità di pensiero e di lavoro, che è facile adottare mentre ci si dedica a uno dei vari giochi di società disponibili, dovrebbe diventare parte integrante di ogni processo di apprendimento, a casa come a scuola.

 

Il ruolo dell’adulto

Ma come si svolge concretamente un gioco di società in famiglia? E quale ruolo avranno i genitori seduti attorno al tabellone con i bambini? Certamente l’ingrediente principale del gioco resta il divertimento, per tutti. A prescindere da quali siano le abilità e competenze richieste o coinvolte, è fondamentale giocare per divertirsi, trascorrendo in modo spensierato e piacevole il tempo insieme, grandi e piccoli. Ciò non toglie che si presenteranno molte occasioni in cui gli adulti potranno trasmettere ai bambini insegnamenti preziosi riguardanti la lealtà, la pazienza, la tolleranza, la calma, la gestione della frustrazione o della sconfitta (senza prediche e lunghi discorsi, ma grazie all’esempio!). Giocando, si può insegnare moltissimo in termini di giustizia, clemenza e tenacia. Sarà allora cura del genitore creare di volta in volta le condizioni per far sperimentare ai propri figli tali competenze: lasciandoli sbagliare, concedendo magari silenziosamente una vittoria (quando proprio non vuole arrivare!) e accettando l’investimento emotivo altrui e proprio. I più piccoli, che ancora non possiedono le abilità necessarie per svolgere in autonomia tutti i passaggi, saranno sostenuti e incoraggiati dagli altri familiari: un’occasione per esercitare l’accoglienza, il rispetto e la pazienza